Stipendi dei sindacalisti, dopo gli scandali redditi on line

Il segretario Fistel Albanesi alla Cisl: pubblichiamo i nostri guadagni o gli iscritti non ci crederanno più I vertici della Triplice percepiscono da 1.600 a 2.500 euro mensili. Ecco le dichiarazioni degli altri..

UDINE. Dopo il caso degli stipendiati d’oro in casa Cisl, dall’ex segretario Raffaele Bonanni ad altri dirigenti, c’è chi, anche a livello locale, anticipa i tempi dell’annunciata operazione trasparenza e anzichè sollecitare altri, inizia da sè.

Massimo Albanesi, segretario della Fistel Cisl del Fvg, si è seduto davanti al computer e ha inviato una mail a colleghi, dirigenti sindacali, segreteria regionale a cui ha allegato copia del modello Cud e del proprio 730 sollecitando che gli altri lo seguano.

Albanesi sottolinea nella mail che «è difficile sia moralmente accettabile da parte dei lavoratori e dei nostri iscritti, che un dirigente Cisl percepisca 200/300 mila euro l’anno. A mio avviso – scrive – se un pensionato percepisce 80 mila euro l’anno, può fare attività sindacale da volontario. Oppure – suggerisce – può lasciare il posto ad un giovane, visto che lavoro non ce n’è».

Il dirigente sindacale si dichiara certo «che questi temi saranno sicuramente argomento della prossima conferenza organizzativa della Cisl, a partire dal territorio, sino al livello nazionale», e confida di attendersi dalla Cisl «un comportamento severo e irreprensibile nei confronti di chi ha tali stipendi».

Non esita a definire «cretini» coloro che hanno utilizzato così male il sindacato, e reso un pessimo servizio alla Cisl «gettando discredito sul vostro e sul mio lavoro quotidiano nelle aziende, in mezzo alle persone e ai loro problemi, problemi che diventano anche nostri». Un lavoro quotidiano di volontariato «nell’accogliere i lavoratori e nell’aiutarli».

Le vicende nazionali non mancheranno di avere riverberi locali, quanto meno prestando il fianco ad “attacchi” provenienti dai lavoratori stessi, da iscritti, dalla gente, da colleghi di altre sigle sindacali «che tenderanno di fare di tutta l’erba un fascio. Non ho strumenti per difendervi sui posti di lavoro – conclude la missiva – ma ritengo opportuno sappiate qual è il mio stipendio».

E non si limita ad annunciarlo, ma lo dichiara allegando il Cud e il 730 relativi al 2014 che attestano i 27 mila euro lordi complessivi di reddito annuo (ovvero meno di mille 600 euro al mese). Perché oltre allo stipendio, questo sindacalista non percepisce altro, avendo scelto di non applicare il regolamento Cisl. «Spero – è l’auspicio – che anche gli altri colleghi facciano altrettanto, per dimostrare che poche mele marce non rappresentano il mondo della Cisl».

All’indomani del “caso” che ha rispolverato antiche polemiche – chi ha dimenticato i 300 mila euro annui dell’ex numero 1 della Cisl, Raffaele Bonanni, oggi in pensione con poco meno di 6 mila euro al mese -, tra i primi a non fare mistero sull’ammontare del proprio assegno mensile da sindacalista, è stato Franco Belci, leader della Cgil del Friuli Venezia Giulia, che aveva indicato in 2 mila 350 euro il reddito mensile composto da stipendio e indennità di carica. «Possiedo – aveva aggiunto Belci – oltre alla macchina a noleggio lungo, una bici e una mountain bike e la metà di una barchetta (4 metri) che ho acquistato di seconda mano con mio fratello».

Gli ha fatto eco l’omologo in Cisl Fvg, Giovanni Fania: «tra lo stipendio di dirigente della scuola e l’indennità del sindacato arrivo a circa 58/59 mila euro lordi l’anno», che detratte le tasse e diviso per le 13 mensilità, fa un netto di 2 mila 500 euro ogni 30 giorno.

E va oltre. «A settembre – anticipa Fania – sarà pronta l’area trasparenza sul sito internet della Cisl del Fvg dove pubblicheremo le dichiarazioni dei redditi di tutti i dirigenti della nostra organizzazione. I tecnici ci stanno già lavorando e mi assicurano che per metà settembre l’area sarà operativa e pronta ad accogliere queste informazioni».

Fania spiega poi «che nell’ambito della segreteria regionale il mio è lo stipendio più elevato; i colleghi della segreteria percepiscono il 30 per cento in meno. In termini generali nella nostra organizzazione in regione gli stipendi partono da mille 350 euro, e la media si attesta attorno ai mille 460 euro mensili».

Si avvicina ai 2 mila 500 euro mensili Roberto Muradore, segretario generale della Cisl della provincia di Udine. «È il prodotto dell’applicazione del regolamento che il sindacato si è dato – spiega Muradore -, peraltro con l’arrivo della segretaria Anna Furlan, l’operazione trasparenza in Cisl è davvero iniziata, tanto che – segnala Muradore – è stato approvato ai primi di luglio, ed entrerà in vigore a settembre, un nuovo regolamento che detta regole chiare e trasparenti in tema non solo di stipendi ma anche di indennità, rimborsi spese e altri emolumenti».

Detto ciò, il segretario della Cisl udinese auspicherebbe «anche parametri diversi nella valutazione dei dirigenti sindacali a cui parametrare anche i compensi. Credo – conclude – che si dovrebbe tenere conto anche dei risultati raggiunti e misurabili». Per il segretario di categoria della Funzione pubblica della Cisl di Udine, il reddito «è quello previsto dal contratto di riferimento della sanità – spiega Nicola Cannarsa – che, per il mio livello, arriva a 1.950 euro lordi mensili, pari a 1.500 circa netti. Il sindacato mi riconosce un rimborso spese chilometriche sulla base di una tariffa che è di molto inferiore alle tabelle Aci, ed eventuali altre spese che sostengo nello svolgimento dell’attività sindacale»

Anche la Uil si è dotata di un regolamento «e per quel che attiene l’ordine di grandezza degli stipendi – spiega il segretario regionale Giacinto Menis – noi prendiamo a riferimento il contratto del commercio. Sulla base di quel contratto e del regolamento, dovrei percepire quanto un primo livello, e quindi tra i 2.400/2.500 euro mensili netti. Personalmente mi sono preso la libertà di non applicare il regolamento e quindi percepisco di meno».

Quanto? «Il mio reddito sono i mille e 600 euro mensili del trattamento pensionistico di ex lavoratore Telecom – risponde – e ho scelto di non integrarlo, come il regolamento prevederebbe, a spese del sindacato sino a raggiungere i famosi 2 mila 500». Fa volontariato, dunque? «Non percepisco compensi per l’attività sindacale, è vero, solo i rimborsi spese legati all’attività. Ma devo dire che sono stato tra i fortunati che, pur essendo stato messo in mobilità, ha potuto andare in pensione con le vecchie regole».

Roberto Zaami, segretario generale Uil di Pordenone, non fa misteri: «Nel mio caso si somma il reddito di un quarto livello del contratto dei metalmeccanici con l’integrazione prevista per l’incarico di segretario di organizzazione. Traducendo in stipendio mensile, arrivo attorno a 2 mila 200 euro mensili». E da segretario generale va meglio di quando uscì dalla fabbrica per dedicarsi al sindacato. «Scelsi l’aspettativa, sulla base della legge 300 – spiega – ed è stata una scelta convinta: fare sindacato mi piaceva molto. Sotto l’aspetto economico era penalizzante perché perdevo tutte le voci accessorie (per lavoro a turni, il notturno ecc.), che “pesano” nella busta paga di un metalmeccanico».

«Nessuno si sofferma – è l’analisi di Giuliana Pigozzo, segretaria provinciale della Cgil di Pordenone – a considerare il numero delle ore che chi fa sindacato dedica all’organizzazione». In Cgil non si pagano straordinari nè si cumulano indennità: «Se si rappresenta il sindacato in altri contesti, l’eventuale gettone – rimarca Pigozzo – va all’organizzazione, perché i dirigenti sono già retribuiti». Detto di ciò, Pigozzo non “svela” l’ammontare del proprio reddito. E la ragione è il non voler «entrare in certe polemiche», ma autorizza a rivolgersi al leader regionale Belci per ottenere il regolamento applicato in Fvg. «Il mio stipendio – chiosa – è quello lì».

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