LA FORZA DEI SINDACATI

ipotesiCon il blocco giudicato illegittimo dalla Corte Costituzionale ogni lavoratore ha perso in media 5.000 euro ogni anno per gli ultimi sette, quindi abbiamo perso trentacinque mila euro in termini di potere d’acquisto. Una perdita che si attesta approssimativamente al 10,5% della busta paga e il danno salirà al 14,6% se il rinnovo non dovesse essere fatto entro il 2016.

Questo ha portato i dipendenti  pubblici a presentare un ricorso alla Consulta per la perdita di attendibilità delle tante sigle sindacali, che dal 2010 non hanno fatto nulla, non solo per sbloccare i contratti ma neppure per incrementare i premi individuali e gli incentivi.

Per alcuni, poi, gli effetti degli aumenti in busta paga si neutralizzeranno, a causa  degli 80 euro in busta paga, il netto percepito realmente sarebbe sostanzialmente invariato, nonostante il rinnovo contrattuale tanto atteso.

Intanto, per sbloccare i contratti servono soldi freschi e sappiate che un punto d’inflazione, riconosciuto ai dipendenti pubblici, vale all’incirca 1,5 miliardi, quindi il rinnovo necessita almeno di 4 miliardi invece dei 200 milioni di euro stanziati nella legge di stabilità.

Se si farà, sarà un rinnovo contrattuale che, di fatto, è nettamente inferiore al costo di una tessera sindacale, che i dipendenti pagano mensilmente a quelle sigle che hanno permesso questo continuo stillicidio.

Ora si scandalizzano, fanno vedere che non accetteranno i 7 euro mensili e continueranno a buttare fumo negli occhi dei dipendenti.

Vogliamo ricordare, inoltre, la decurtazione economica dei giorni di malattia, la riduzione del valore dei buoni pasto, il taglio dei 12 milioni di euro nel nostro comparto in questi ultimi contratti integrativi, aspetto che ha conseguentemente ridotto le Posizioni Organizzative, le Indennità e quindi la professionalità e la dignità individuale.

L’obiettivo per noi è già chiaro, arrivare a un contratto unico per comparto, con l’ennesimo pesante scotto, cioè quello di essere unificati all’Ente che ha la retribuzione inferiore, quindi non solo non avremo un contratto, ma continueremo a perdere soldi.

Se tale nostra ipotesi dovesse concretizzarsi, (speriamo mai), inizieremo serie iniziative sindacali a tutela del personale.

Roma 19 ottobre 2015

Il Coordinatore Intesa F.P. INPS
Sergio Peppetti

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